Tutte le mie opere nascono da un simile percorso di ricerca concettuale e tecnologica su molteplici livelli, seguito da una formalizzazione in cui gli spunti e le riflessioni che costellano la mia ricerca trovano una loro sintesi. Nel corso degli anni ho dato vita ad un archivio molto esteso di work-in-progress: collezioni di documenti, immagini, testi, appunti o altri materiali su cui torno ciclicamente. Potrei dire che queste collezioni sono il modo attraverso cui nutro, a volte anche per anni, idee ancora ad uno stato embrionale o in lenta evoluzione. Con il progredire delle mie ricerche comincio a implementare ipotesi, tecniche, e a sperimentare diversi metodi di lavoro, alla ricerca di quelli più affini ai materiali ricercati e alle domande in questione. Durante questa fase di messa in opera i materiali o le tecnologie su cui lavoro vengono stressati fino a raggiungere il loro limite interno. Mi interessa spingere tecniche, media e concetti fino al loro punto di rottura, stressare i loro limiti interni, sfiorando quella soglia o punto di non ritorno che marca un limite fisico, tecnico, o epistemologico.